FIORI E IL FUORI SALONE A MILANO #2

 
 

Ho trascorso la serata nel distretto simbolo del Fuorisalone, la zona di Tortona. Che effervescenza, giovani, famiglie tutti a godersi l’aria primaverile tra il Mudec e la zona ex Ansaldo che adesso ospita gallerie, spazi espositivi, showrooms.

La seconda giornata l’ho dedicata completamente a girovagare a Brera dove si trovano gli showrooms dei grandi marchi e non solo.  Avevo alcune mete prefissate ma mi sono anche goduta ciò che di passaggio incontravo. Per caso mi sono ritrovata di fronte alla chiesa sconsacrata di San Carpoforo dove all’interno c’era Bulthaup, il cui allestimento era veramente mozzafiato. L’essenzialità delle linee, tono su tono per i mobili che interagivano perfettamente con i muri della chiesa. E in tutto ciò un tavolata lungo il quale erano disposti vasi con ranuncoli bianchi.

Tra le mie mete c’era l’orto Botanico all’interno dell’Università degli studi di Milano, una piccola oasi di pace nel centro della città. L’orto è stato creato nel 1774 sotto l’imperatrice Maria Teresa d’Austria.  Anche qui sparsi per il giardino mobili di design su cui sedersi e rilassarsi. Peonie sbocciate, delicati fiori azzurri di orchidea oltre ad uno splendido glicine rampicante. Lungo il loggiato dell’università 50 oggetti icona riproposti. Dialogo tra moderno e antico.

E poi in via Palermo un susseguirsi di designer come HayMarimekko. Marimekko ha arredato un appartamento, ogni stanza curata nei minimi particolari e l’insieme molto romantico in stile nordico. E sempre in via Palermo al n. 1 l’orto cinetico costruito sul tetto di un edificio. Un angolo fresco, delizioso, e colorato con un mix di fiori e verdura.

Ma prima di terminare non potevo non parlare dell’Hotel Diurno, un luogo magico aperto in via eccezionale per tutta la settimana del Fuorisalone. Un gioiello che grazie al FAI ha ripreso vita. Questo luogo che si trova nel sottosuolo alla fermata della metropolitana di Porta Venezia, era stato progettato da Piero Portaluppi tra il 1923 e il 1925. Qui erano ospitati bagni, terme, barbieri, parrucchieri e manicure per signore. Un salto a ritroso nel tempo… Sempre per il Fuorisalone ho visitato anche alcune stanze dell’appartamento di Piero Portaluppi  (la casa attualmente è abitata dal nipote), il fascino degli ambienti è rimasto lo stesso. Accanto c’è la vigna di Leonardo nella casa degli Attellani che non sono riuscita a vedere ma mi dicono assolutamente da non perdere.

 
 

FIORI E IL FUORI SALONE A MILANO #1

 
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A Milano, ad aprile ogni anno si svolge la settimana del design che comprende il salone del mobile e il Fuorisalone. Il Salone del mobile è nato nel 1961 per promuovere le esportazioni italiane dell’arredo ed i suoi componenti. Ad oggi è un appuntamento imperdibile per il design a livello italiano ed europeo. Per Il Fuorisalone quest’anno ci sono stati 1258 eventi sparsi in tutta la città. Durante questa settimana la città apre le sue porte, i suoi tesori a tutti. Le zone più importanti sono: la Triennale, le 5 Vie, Brera, centro, Tortona e Lambrate.
Quest’anno ho deciso di dedicare due giorni agli eventi presenti al Fuorisalone. Nel costruire l’itinerario mi sono focalizzata sull’interazione fra design e spazi storici. L’imbarazzo della scelta era veramente enorme.

La prima tappa è un must del design: lo Spazio Rossana Orlandi. Uno spazio affascinante tra cui il cortile immerso nel verde con un lungo tavolo di legno bianco con una sequela di vasi fioriti. Accanto il ristorante Marta con una decorazione floreale moderna e spumeggiante.

Proseguendo ho visitato due palazzi storici. Palazzo Litta che ospitava nel cortile un villaggio africano 2.0 ideato da Francis Kerè. Al piano superiore mi ha colpito il progetto di arredo per case minuscole di Singapore. Il soffitto era completamente coperto da palloncini colorati… Palazzo Turati ospitava i lavori di 125 designer olandesi. Entrando nel cortile la meraviglia di 15.000 bulbi di tulipani donati dal consolato olandese per ringraziare la città di Milano.

Continuando mi sono addentrata nella zona 5 Vie dietro Piazza Affari. Un reticolo di vicoli e viuzze dove in ogni angolo e cortile c’erano artigiani, piccoli negozi e installazioni in zone a dir poco insolite.

Una installazione in particolare era all’interno del Garage Sanremo, metà parcheggio e metà spazio espositivo. Interessante e molto stimolante la commistione fra luoghi insoliti e design. Sempre su questo filone si sono create installazioni in appartamenti vuoti e non ristrutturati ma ciascuno con una sua anima. La casa aperta Ladies & Gentlemen ne è un esempio con il corridoio coperto da una boiserie in legno nera,  le porte finestre con vetri colorati, per non parlare del terrazzo su un cortile chiuso.

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Ed infine l’ultima sosta è stata dallo stilista sardo Marras che ospitava Accumuli. Attraversando l’atrio del palazzo e aprendo un portone in vetro sono stata avvolta prima dal profumo inebriante del glicine e poi dai suoi fiori. Un angolo fiorito all’interno di un palazzo. Uno spazio dove il dentro e il fuori erano un continuo dialogo. Mazzi di fiori all’esterno, vestiti con tessuti floreali all’interno, carta da parati dai motivi floreali, pezzi di arredamento vintage. Il tutto creava un’atmosfera quasi onirica. Proseguendo si arrivava all’installazione Accumuli, un bagno di minimalismo con fili, terracotta e acqua. Ma l’ultimo scorcio era su una sala con tavoli imbanditi con porcellane, fiori e fotografie di persone ultracentenarie a far da cornice.

Il fil rouge di questa giornata: fiori e design.

Fine della prima parte!